Come nasce una quercia palustre

Tutto inizia, in una mattinata di primavera del 2012, quando, ai piedi della maestosa quercia palustre del mio giardino di casa a Rimini, noto una ghianda con un accenno di germoglio radicale. Con delicatezza, con l'aiuto di un palettino, asporto una piccola zolla sufficiente a preservare il delicato equilibrio di attecchimento in corso. Riempio di terriccio un vaso di 20cm di diametro e qui, a circa 3cm di profondità, posiziono la microzolla, facendo attenzione a orientare il piccolo germoglio radicale visibile verso il fondo del vaso. Innaffio e aspetto. Dopo qualche settimana compare il germoglio vegetativo fuori terra e le prime foglie che, per quanto non identiche a quelle dell'esemplare madre, mi confermano, inequivocabilmente, che è nata una nuova quercia palustre. Dopo aver valutato con calma il possibile sito di dimora al parco Marecchia, nella primavera del 2015, insieme a due amici si piantuma e le si pone a protezione una piccola recinzione circolare in rete di fil di ferro plastificato ancorata a tre paletti di alluminio plastificato (di quelli che si usano come tutori per piante) infissi a terra con angolo di 120gradi uno dall'altro. Con del filo gommato assicuro il tronco ai tre paletti, impedendo così che il vento possa pregiudicare la stabilità della giovane pianta. Durante la prima estate, dalla piantumazione, ogni settimana circa, innaffio abbondantemente il terreno. In resto è solo monitoraggio della situazione e sfalcio periodico dell'erba del campo, per un raggio di circa 2-3 metri, in modo da permettere alla pianta circolazione d'aria e luce sufficiente. Il recinto di protezione viene sostituito con uno molto più alto nella primavera del 2019, dopo che diversi rami della pianta erano stati spezzati da una pallonata accidentale di qualcuno. La ripresa vegetativa della pianta è, forse anche grazie ad una primavera con abbondanti precipitazioni, inaspettatamente vigorosa. Il resto è storia dei nostri giorni. 

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